La pendenza del tetto è l’inclinazione della falda rispetto al piano orizzontale. Il calcolo corretto di questo parametro è fondamentale per garantire il deflusso dell’acqua e la durata nel tempo della copertura. Di seguito puoi usare la tabella di conversione gradi percentuale, è immediata e pratica.
Gradi | Percentuale |
---|---|
0° | 0% |
5° | 8.7% |
10° | 17.6% |
15° | 26.8% |
20° | 36.4% |
25° | 46.6% |
30° | 57.7% |
35° | 70.0% |
40° | 83.9% |
45° | 100% |
Per calcolare la pendenza del tetto servono due misure:
- L’altezza: il dislivello tra il punto più basso (gronda) e il punto più alto (colmo)
- La base: la distanza orizzontale tra questi due punti
- La formula è: pendenza (%) = (altezza/base) × 100
Esempio pratico:
Se abbiamo un tetto con:
- Altezza: 2 metri
- Base: 4 metri
- La pendenza sarà: (2/4) × 100 = 50%
Questo significa che per ogni metro orizzontale, il tetto si alza di 50 centimetri.
Cosa significa pendenza del 30%?
Immagina di camminare su un tetto con pendenza del 30%: per ogni metro che avanzi in orizzontale, ti alzi di 30 centimetri in verticale. Questa inclinazione non è casuale: è il risultato di secoli di esperienza nella costruzione di tetti.
Il 30% rappresenta un punto di equilibrio ideale. Non è troppo ripido da rendere difficile la manutenzione, ma è sufficientemente inclinato da permettere all’acqua piovana di scorrere via efficacemente e alla neve di non accumularsi eccessivamente. La normativa UNI 9460:2008 ha confermato questa saggezza costruttiva, indicandola come pendenza minima per le coperture più comuni.
Per ogni materiale esiste una pendenza minima ottimale:
- Tetto in tegole: 30% – la pendenza classica, perfetta per il nostro clima
- Tetto in coppi: 40% – richiede più inclinazione per il particolare sistema di sovrapposizione
- Tetto in lamiera: 7% – può essere molto più piatto grazie alla superficie liscia
- Tetto piano: minore del 5% – il minimo indispensabile per evitare ristagni
Queste percentuali non sono solo numeri: rappresentano il giusto compromesso tra funzionalità, durabilità e facilità di installazione. Un tetto con la giusta pendenza può durare decenni senza problemi, mentre una pendenza errata può causare infiltrazioni già dopo pochi anni.
Come si fa a calcolare la pendenza di un tetto?
Calcolare la pendenza del tetto è più semplice di quanto sembri. Servono solo un metro e una calcolatrice, anche se i professionisti usano strumenti più sofisticati come l’inclinometro digitale.
Per un calcolo base bisogna misurare:
- L’altezza tra il punto più basso e quello più alto del tetto (dislivello)
- La distanza orizzontale tra questi due punti (proiezione a terra)
La pendenza in percentuale si ottiene dividendo l’altezza per la distanza e moltiplicando per 100.
Per esempio, se un tetto si alza di 3 metri su una distanza di 6 metri, avremo: (3/6) × 100 = 50%.
Ma attenzione: la pendenza si può esprimere anche in gradi, e qui le cose si complicano un po’. Un tetto con pendenza del 100% non forma un angolo di 100 gradi, ma di 45 gradi. Per questo abbiamo inserito la tabella delle conversioni all’inizio dell’articolo.
Quanta pendenza ogni metro?
La questione della pendenza per metro è fondamentale per capire davvero come funziona un tetto. Prendiamo un esempio pratico: quando un progettista dice che un tetto ha una pendenza del 40%, significa che per ogni metro orizzontale il tetto si alza di 40 centimetri. Sembra semplice, ma le implicazioni sono molte.
Immaginiamo di dover costruire un tetto per una villetta. Con una profondità di 8 metri e una pendenza del 40%, il colmo del tetto si troverà a 3,2 metri sopra la linea di gronda. Questa misura influenza non solo l’estetica dell’edificio, ma anche aspetti pratici come l’altezza totale della costruzione, fondamentale per il rispetto dei vincoli urbanistici.
Per i diversi materiali, le pendenze consigliabili per metro sono:
- Coppi e tegole: tra 30 e 45 centimetri per metro. Con queste pendenze, l’acqua scorre via efficacemente ma non troppo velocemente, permettendo una durata ottimale del materiale
- Lamiera: anche solo 7-10 centimetri per metro sono sufficienti, grazie alla superficie liscia
- Guaina bituminosa: bastano 2-5 centimetri per metro nei tetti quasi piani
Un aspetto interessante riguarda le diverse zone climatiche. In montagna, dove la neve è abbondante, si arriva anche a pendenze di 60-80 centimetri per metro. Questo non è un capriccio architettonico: una pendenza maggiore permette alla neve di scivolare via, evitando sovraccarichi pericolosi sulla struttura.
Che inclinazione deve avere una tettoia?
La pendenza di una tettoia richiede un’attenzione particolare, diversa da quella di un tetto tradizionale. A differenza di un tetto completo, una tettoia deve gestire l’acqua piovana in uno spazio più limitato e spesso protegge zone di passaggio o aree living esterne.
La pendenza minima consigliata per una tettoia dipende dal materiale scelto:
- Per tettoie in policarbonato o vetro: minimo 15% per garantire un deflusso efficace
- Per tettoie in lamiera: minimo 7% grazie alla superficie liscia che facilita lo scorrimento
- Per tettoie con copertura in tegole: meglio non scendere sotto il 30%, come per i tetti tradizionali
- Per tettoie in legno con guaina: almeno il 10% per evitare ristagni dannosi
Un esempio concreto: per una tettoia profonda 3 metri in policarbonato, con pendenza del 15%, il punto più alto sarà a 45 centimetri sopra quello più basso. Questa inclinazione permette all’acqua di defluire correttamente senza creare una struttura troppo invasiva.
Attenzione però ai vincoli locali: alcuni regolamenti edilizi comunali impongono limiti specifici all’inclinazione delle tettoie, soprattutto nelle zone storiche o in presenza di vincoli paesaggistici. È sempre meglio verificare prima di procedere con l’installazione.
Proprio la normativa UNI definisce tetti piani tutti quei tetti che presentano inclinazione compresa tra 0° e 3° rispetto al piano orizzontale (in percentuale minore del 5%).”
La mia versione precedente non era precisa. Riscriviamo la sezione con i dati corretti:
Tetto piano: pendenze e caratteristiche
Il tetto piano, secondo la normativa UNI, è definito come una copertura con inclinazione compresa tra 0° e 3° rispetto al piano orizzontale, che corrisponde a una pendenza minore del 5%. Nonostante il nome, una minima pendenza è sempre necessaria per garantire il deflusso dell’acqua.
I tetti piani si dividono in:
- Non praticabili: accessibili solo per manutenzione
- Praticabili: utilizzabili come terrazzo o giardino pensile
Per entrambe le tipologie, la pendenza deve rispettare i requisiti di:
- Isolamento termico
- Tenuta all’acqua
- Resistenza meccanica.
FAQ sulla pendenza del tetto
Qual è la pendenza minima per un tetto piano?
La normativa UNI definisce come tetto piano una copertura con pendenza tra 1% e 5%. Il minimo consigliato è dell’1-2%, fondamentale per evitare il ristagno dell’acqua che potrebbe causare infiltrazioni.
Come cambia la pendenza del tetto in montagna?
In zone montane, dove le nevicate sono frequenti, la pendenza consigliata sale al 60-80% per favorire lo scivolamento della neve. Questa inclinazione maggiore previene il sovraccarico strutturale dovuto all’accumulo nevoso.
Qual è la pendenza minima per un tetto in lamiera coibentata?
Per un tetto in lamiera coibentata, la pendenza minima è del 7%. Tuttavia, in zone con forti nevicate è consigliabile aumentarla almeno al 10-15% per garantire un deflusso ottimale.