Il lucernario è un’apertura importante creata nel tetto di un edificio per far entrare luce naturale dall’alto. È come una finestra, ma invece di essere montata su una parete verticale, viene installata seguendo l’inclinazione del tetto o inserita in una copertura piana. È proprio questa posizione particolare che lo rende così efficace: cattura la luce diretta del cielo e la diffonde nell’ambiente sottostante.
A differenza delle normali finestre, il lucernario sfrutta la luce zenitale – quella che proviene direttamente dall’alto – per illuminare gli spazi interni. Non è un semplice “buco nel tetto”: si tratta di una struttura ingegneristica completa, con un telaio robusto e vetri speciali, progettata per resistere a pioggia, neve e intemperie.
La caratteristica più interessante? Un lucernario ben posizionato può portare fino a tre volte più luce naturale rispetto a una finestra tradizionale delle stesse dimensioni. È questa capacità di trasformare radicalmente l’illuminazione di uno spazio che lo rende una soluzione tanto apprezzata in edilizia.
Spesso ci si trova a fare i conti con ambienti problematici: un sottotetto buio che potrebbe diventare una splendida mansarda, un bagno interno senza finestre, o un corridoio dove la luce naturale non arriva mai. Il lucernario risolve queste situazioni trasformando spazi prima poco utilizzabili in ambienti luminosi e accoglienti.
L’installazione di un lucernario non è solo una questione estetica. Significa ripensare tecnicamente una porzione di tetto: bisogna tagliare la copertura esistente, rinforzare la struttura, garantire una perfetta impermeabilizzazione. Un intervento che richiede competenza, ma che può cambiare effettivamente la qualità degli spazi abitativi.
Le soluzioni moderne vanno ben oltre la semplice apertura nel tetto. Esistono lucernari apribili per la ventilazione naturale, modelli con vetri autopulenti, sistemi motorizzati controllabili dallo smartphone. La tecnologia ha trasformato questo elemento architettonico tradizionale in un componente sofisticato del comfort abitativo.
Come si dice lucernaio o lucernario?
La risposta è netta: la forma corretta in ambito edile è lucernario. Questo termine tecnico proviene dal latino “lucerna” (luce) e definisce con precisione l’apertura praticata in una copertura per garantire illuminazione naturale agli ambienti sottostanti.
Il termine “lucernaio”, anche se talvolta utilizzato nel linguaggio comune, è in realtà una variante popolare meno precisa. Nei documenti tecnici, nei progetti architettonici e nelle normative del settore edile si trova esclusivamente il termine lucernario, che identifica specificamente questo elemento costruttivo.
La distinzione non è solo una questione linguistica. Il suffisso “-ario” in lucernario indica proprio la funzione tecnica dell’elemento: un dispositivo destinato a un uso specifico, in questo caso l’illuminazione zenitale. È lo stesso principio che troviamo in altri termini tecnici dell’edilizia come “solario” o “planetario”.
Nei secoli, l’architettura ha sempre utilizzato il termine lucernario, dalle antiche domus romane fino ai moderni edifici contemporanei. Gli architetti del Rinascimento lo chiamavano così quando progettavano le cupole delle chiese, e oggi i progettisti mantengono questa denominazione tecnica nei loro elaborati.
Interessante notare come il settore delle costruzioni abbia mantenuto intatta questa terminologia nel tempo. Nel linguaggio comune può oscillare tra le due forme, i produttori e rivenditori specializzati utilizzano esclusivamente “lucernario” nei loro cataloghi e nelle schede tecniche.
Questa precisione terminologica si riflette anche nelle normative: il Testo Unico dell’Edilizia e le norme UNI fanno riferimento ai “lucernari” quando trattano requisiti di sicurezza, prestazioni energetiche e criteri di installazione. Non troveremo mai un documento ufficiale che utilizzi il termine “lucernaio”.
La stessa chiarezza la ritroviamo nel campo assicurativo e nelle perizie tecniche. Quando si tratta di valutare danni, intervenire su infiltrazioni o pianificare manutenzioni, i periti utilizzano sempre il termine lucernario per evitare ambiguità nelle relazioni tecniche e nei documenti ufficiali.
Che differenza c’è tra lucernario e abbaino?
Lucernario e abbaino sono due soluzioni tecniche profondamente diverse per portare luce negli ambienti sotto il tetto. L’abbaino è una vera e propria struttura che sporge dal tetto, creando un volume aggiuntivo con una finestra verticale. Il lucernario, invece, segue l’inclinazione della falda o si inserisce orizzontalmente nelle coperture piane, senza alterare il profilo del tetto.
Dal punto di vista costruttivo, l’abbaino richiede un intervento strutturale molto più impegnativo. Comporta la realizzazione di murature laterali, una propria copertura e spesso necessita di fondazioni dedicate per scaricare il peso sulle strutture sottostanti. Il lucernario, pur richiedendo attenzione nell’installazione, si integra nella stratigrafia esistente del tetto senza aggiungere volumi esterni.
Le prestazioni illuminotecniche sono un altro elemento distintivo. Il lucernario, grazie alla sua posizione zenitale, cattura e diffonde la luce in modo più efficiente. L’abbaino, con la sua finestra verticale, si comporta più come una normale finestra, anche se posizionata in quota. Per illuminare la stessa superficie, un abbaino deve essere generalmente più grande di un lucernario.
La scelta tra lucernario e abbaino spesso dipende da vincoli tecnici e urbanistici. In molti centri storici, dove è fondamentale preservare l’aspetto originale dei tetti, il lucernario rappresenta la soluzione preferibile perché impatta meno sull’estetica dell’edificio. L’abbaino, modificando visibilmente il profilo del tetto, può incontrare maggiori resistenze nelle commissioni paesaggistiche.
C’è anche una differenza sostanziale nei costi: l’abbaino, richiedendo una vera e propria costruzione in miniatura, comporta spese significativamente maggiori rispetto all’installazione di un lucernario. Non solo per i materiali e la manodopera, ma anche per la complessità della progettazione e le pratiche autorizzative necessarie.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda la manutenzione. Il lucernario moderno, con i suoi materiali evoluti e le tecnologie di ultima generazione, richiede interventi minimi. L’abbaino, essendo una struttura più complessa con pareti, angoli e giunzioni, necessita di controlli più frequenti per prevenire infiltrazioni e deterioramenti.
A cosa serve il lucernario?
Il lucernario assolve diverse funzioni tecniche nell’edificio, ben oltre il semplice passaggio di luce. La sua installazione risolve problematiche specifiche che gli altri elementi costruttivi non riescono ad affrontare con la stessa efficacia.
Per prima cosa, trasforma radicalmente l’illuminazione dei locali sottotetto. Con un’incidenza della luce fino a tre volte superiore rispetto a una finestra tradizionale, riesce a rendere abitabili spazi altrimenti inutilizzabili. Nei bagni ciechi, dove le normative richiedono un rapporto aeroilluminante preciso, il lucernario diventa spesso l’unica soluzione tecnicamente praticabile.
Ma c’è di più. Un lucernario correttamente dimensionato e posizionato gestisce il microclima interno attraverso l’effetto camino: l’aria calda, salendo naturalmente verso l’alto, trova una via d’uscita se il lucernario è apribile. Questo movimento naturale dell’aria riduce l’umidità e migliora la qualità dell’ambiente interno, con un impatto diretto sul comfort abitativo e sui consumi energetici.
I lucernari moderni integrano anche funzioni tecniche avanzate. I sistemi di apertura motorizzata, collegati a sensori di pioggia e temperatura, regolano automaticamente la ventilazione. Alcuni modelli incorporano vetri selettivi che filtrano i raggi UV e limitano il surriscaldamento estivo, mentre in inverno contribuiscono a trattenere il calore interno.
In edifici industriali e commerciali, il lucernario assume un ruolo ancora più strategico. Nelle grandi superfici coperte, dove l’illuminazione artificiale incide significativamente sui costi di gestione, un sistema di lucernari ben progettato può ridurre drasticamente i consumi elettrici. Non a caso, i moderni capannoni industriali integrano sempre più spesso lucernari nella loro copertura.
Dal punto di vista normativo, il lucernario contribuisce al raggiungimento dei requisiti minimi di illuminazione naturale richiesti per l’abitabilità degli ambienti. In fase di progettazione, il calcolo della superficie illuminante tiene conto del maggior apporto luminoso dei lucernari rispetto alle finestre verticali, permettendo soluzioni più efficienti.
Quanto costa il montaggio di un lucernario?
Per conoscere i costi del montaggio di un lucernario bisogna essere chiari. In rete infatti viene spesso indicato il prezzo del manufatto, che può anche essere di qualche centinaia di euro. I materiali sono differenti tra pvc, legno e alluminio. Spesso queste tabele di prezzi, che sembrano precise, ci illudono che ce la possiamo cavare con 400/600 euro, non è così. A meno che non siamo dei progettisti, lattonieri e conosciamo i procedimenti autorizzativi, avremo bisogno di figure professionali che sappiano fare un lavoro a regola d’arte e perfettamente in regola con le normative vigenti. Questi professionisti emetteranno la loro parcella.
Per questi motivi è più semplice dare una indicazione di massima che oscilla dai 2000 € ai 4000 €.
Detto questo, il costo di installazione di un lucernario varia sensibilmente in base a diversi fattori tecnici. Non esiste un prezzo standard, perché ogni intervento richiede valutazioni specifiche sulla struttura esistente, sul tipo di copertura e sulle caratteristiche del lucernario scelto.
L’intervento parte da un’accurata analisi del tetto. La tipologia della copertura – se a falda o piana – influenza la complessità del lavoro. Su un tetto a falda bisogna considerare l’inclinazione, la presenza di freni vapor, il tipo di impermeabilizzazione esistente. Su una copertura piana, invece, particolare attenzione va data al sistema di smaltimento delle acque e ai risvolti della guaina.
Per un’installazione a regola d’arte, come detto, servono diverse figure professionali: dal progettista che valuta la fattibilità dell’intervento, al serramentista specializzato, fino al lattoniere per le opere di raccordo e impermeabilizzazione. Questo spiega perché il solo costo della manodopera può incidere significativamente sul preventivo finale.
Le dimensioni incidono sul costo del lucernario
Per un lucernario fisso di dimensioni standard (circa 70×100 cm), comprensivo di materiali e posa, si parte da 2500 €. Il prezzo sale sensibilmente con l’aggiunta di sistemi di apertura: un modello apribile manualmente richiede un investimento superiore del 30-40%, mentre per i sistemi motorizzati con controllo remoto si può arrivare a raddoppiare la spesa base.
Non è solo la tecnologia a influenzare il prezzo. Le dimensioni giocano un ruolo fondamentale: lucernari più grandi richiedono rinforzi strutturali aggiuntivi e presentano maggiori difficoltà di movimentazione e installazione. Un lucernario di 100×150 cm può costare fino al 60% in più rispetto al modello base.
L’aspetto spesso sottovalutato riguarda le opere accessorie: la creazione del foro, il rifacimento dell’impermeabilizzazione, i raccordi con il manto di copertura e le eventuali opere murarie interne possono incidere per il 40-50% sul costo totale dell’intervento. A questi vanno aggiunti i costi di progettazione e, dove necessario, delle pratiche edilizie.
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In cosa consiste davvero un lucernario?
Un lucernario non è un semplice “vetro sul tetto”. È un sistema complesso formato da più componenti tecnici: il telaio perimetrale in alluminio, legno o PVC, la vetrocamera isolante (solitamente doppia o tripla), i raccordi per l’impermeabilizzazione e, nei modelli apribili, il meccanismo di movimentazione con relative guarnizioni.
La scelta dei materiali è fondamentale. I telai in alluminio garantiscono robustezza e durata, spesso con taglio termico per evitare dispersioni di calore. Il PVC offre un ottimo rapporto qualità-prezzo ed eccellente isolamento, ma richiede rinforzi metallici per le grandi dimensioni. Il legno impreziosisce l’ambiente ma deve essere di ottima qualità poiché è esposto alle intemperie e alla luce solare. Per installazioni particolari esistono anche telai in acciaio, usati soprattutto in ambito industriale.
La vetrocamera rappresenta il cuore prestazionale del lucernario. Si parte dal minimo di doppio vetro con gas argon (spessore totale 24 mm, valore Ug intorno a 1.1 W/m²K), fino a soluzioni triple per case passive. I vetri esterni sono sempre temprati per resistere a grandine e carichi di neve, mentre quello interno è stratificato di sicurezza per evitare cadute di frammenti.
Impermeabilizzazione del lucernario
L’impermeabilizzazione è il punto più critico dell’installazione. Il sistema prevede più strati di protezione: il raccordo primario in alluminio o piombo plissettato che si adatta all’ondulazione delle tegole, una guaina bituminosa o in TPO/PVC per la seconda barriera, e un sistema di conversa che garantisce il corretto deflusso dell’acqua.
Il fissaggio alla struttura del tetto segue protocolli precisi.
Su coperture a falda, il telaio viene ancorato all’orditura portante con staffe regolabili che permettono di gestire l’inclinazione. Fondamentale è il posizionamento di una barriera al vapore sul lato interno e di una guaina traspirante all’esterno per prevenire condense interstiziali.
I modelli più evoluti integrano caratteristiche tecniche specifiche:
- Vetri basso-emissivi con coating selettivi
- Sistemi anticondensa con ventilazione perimetrale
- Sensori pioggia per chiusura automatica
- Motorizzazioni con UPS per emergenze
- Vetri autopulenti con trattamento fotocatalitico
- Classificazione antieffrazione fino a RC2
Prestazioni e normative dei lucernari moderni
L’isolamento termico di un lucernario è cruciale per l’efficienza energetica della mansarda. Le normative attuali richiedono valori di trasmittanza (Uw) sempre più stringenti, soprattutto quando si interviene sul tetto che disperde fino al 30% del calore. Un lucernario moderno ben installato può raggiungere valori di isolamento paragonabili a quelli di una parete opaca.
Le dimensioni dei lucernari seguono spesso standard internazionali, con misure espresse sia in centimetri che in pollici. La conversione è fondamentale quando si acquistano prodotti esteri: un lucernario da 24×36 pollici corrisponde circa a 60×90 centimetri. Questa standardizzazione facilita anche l’installazione dei sistemi di protezione, come balaustre di sicurezza per lucernari apribili o calpestabili.
Parlando di mansarde, il lucernario diventa elemento chiave per l’abitabilità. La normativa richiede un rapporto aeroilluminante minimo di 1/8 della superficie calpestabile. Un calcolo corretto delle dimensioni del lucernario è quindi fondamentale per ottenere l’agibilità dello spazio sottotetto.
Il dimensionamento del lucernario deve tenere conto anche delle normative sulla sicurezza. Su coperture piane accessibili, dove il lucernario potrebbe essere calpestabile, diventa obbligatoria l’installazione di una balaustra perimetrale di protezione alta almeno 100 cm. Queste protezioni, spesso in acciaio inox o alluminio, devono resistere a una spinta orizzontale di 100 kg/m.
Nelle mansarde moderne, il lucernario non è più solo un elemento tecnico ma diventa parte dell’arredo. Le dimensioni, originariamente espresse in pollici, oggi vengono standardizzate in centimetri per il mercato europeo. Un aspetto fondamentale riguarda l’isolamento termico: i moderni lucernari raggiungono valori di trasmittanza termica Uw fino a 0.8 W/m²K, fondamentali per il risparmio energetico.
La scelta delle dimensioni influenza direttamente le prestazioni energetiche. Un lucernario troppo grande può causare surriscaldamento estivo, mentre uno troppo piccolo potrebbe non garantire l’illuminazione necessaria. Il calcolo corretto considera l’orientamento del tetto, l’inclinazione e la zona climatica, parametri fondamentali per ottimizzare il comfort della mansarda.
Dettagli tecnici per un’installazione corretta
Installare un lucernario ha bisogno di attenzione, ci sono delle indicazioni precise ma anche molta esperienza che è da mettere in campo poiché solo quando ci si trova nelle condizioni pratiche si possono notare particolari a volte determinanti.
Distanza dai punti critici del tetto
L’installazione di un lucernario richiede il rispetto di distanze minime dai punti critici della copertura. Dal colmo del tetto occorrono almeno 50-70 cm, mentre dalla gronda la distanza minima sale a 90-120 cm. Questi spazi servono per garantire una corretta impermeabilizzazione e permettere la manutenzione ordinaria del manto di copertura.
Gestione delle pendenze
La pendenza minima per un lucernario è del 15%, al di sotto servono accorgimenti speciali antidepressione. Su pendenze superiori al 60% vanno invece previsti sistemi di bloccaggio supplementari per i modelli apribili. L’inclinazione ideale si colloca tra il 20% e il 45%, range che garantisce il migliore compromesso tra deflusso dell’acqua e comfort visivo.
Posizionamento strutturale
Il rapporto con l’orditura del tetto è fondamentale. Il lucernario va posizionato tra le travi principali, mai in corrispondenza di esse. Lo spazio tra lucernario e trave deve essere di almeno 15 cm per permettere la corretta installazione dei raccordi impermeabilizzanti. In caso di travetti secondari, questi possono essere tagliati e ripristinati con apposite staffe di rinforzo.
Raccordi e impermeabilizzazione
Il sistema di raccordo cambia in base al tipo di copertura. Con le tegole in laterizio si utilizzano grembiuli plissettati in alluminio che seguono il profilo ondulato. Per le tegole in cemento servono invece raccordi maggiorati per compensare lo spessore più elevato. Su coperture in lamiera o pannelli sandwich, il raccordo deve garantire la continuità del piano di scorrimento dell’acqua.
Elementi di tenuta specifici
Ogni punto di contatto tra lucernario e copertura richiede soluzioni dedicate. Il canale superiore necessita di una conversa più ampia per gestire maggiori volumi d’acqua. I raccordi laterali devono garantire la risalita dell’acqua di almeno 15 cm sotto il manto principale. Il profilo inferiore integra spesso un rompi-goccia per evitare infiltrazioni per capillarità.
La stratigrafia corretta
Dall’interno verso l’esterno, la stratigrafia completa prevede:
- Barriera al vapore con risvolti di almeno 10 cm
- Materiale isolante sagomato attorno al telaio
- Guaina traspirante con sovrapposizione corretta
- Controlistello di ventilazione
- Raccordo impermeabile primario
- Raccordo secondario di sicurezza
Conclusioni
La scelta e l’installazione di un lucernario rappresentano un intervento edilizio che richiede competenza e precisione. Non si tratta solo di aprire una finestra sul tetto, ma di integrare un elemento tecnico complesso che influenza l’abitabilità, il comfort e l’efficienza energetica dell’edificio. La corretta progettazione, unita a una posa qualificata, trasforma questo intervento in un investimento che valorizza concretamente l’immobile.
L’evoluzione tecnologica ha reso i lucernari sempre più performanti e versatili, ma ha anche aumentato la complessità delle scelte tecniche. Affidarsi a professionisti qualificati diventa fondamentale per garantire un risultato duraturo e sicuro. Il risparmio iniziale su materiali o installazione rischia di tradursi in problemi e costi maggiori nel tempo.
FAQ – Domande frequenti
Il lucernario si può installare in bagno?
Il lucernario è una soluzione ideale per i bagni, soprattutto quelli ciechi. Oltre a garantire l’illuminazione naturale, permette di rispettare il rapporto aeroilluminante richiesto dalle normative. È fondamentale scegliere modelli apribili per assicurare una corretta ventilazione e prevedere vetri satinati per la privacy.
Quanto tempo serve per l’installazione completa?
Un’installazione professionale richiede in media 1-2 giornate lavorative. L’intero processo, che deve comprendere anche la progettazione e la richiesta delle autorizzazioni, porta il tempo totale a circa 45 giorni. Il tempo può aumentare in base alla complessità del tetto, alla necessità di opere murarie aggiuntive o in caso di sostituzioni di lucernari esistenti.
È necessario un permesso edilizio?
L’installazione di un lucernario richiede generalmente una CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata). In zone vincolate o centri storici potrebbero essere necessarie autorizzazioni aggiuntive. È sempre consigliabile verificare i regolamenti locali prima dell’intervento.
Si può montare su un tetto in legno?
Il montaggio su tetti in legno è possibile e spesso più semplice per la facilità di lavorazione del materiale. È fondamentale rinforzare adeguatamente l’orditura attorno al foro e curare particolarmente l’impermeabilizzazione, dato che il legno è più sensibile all’umidità.
Come si pulisce un lucernario?
La pulizia ordinaria della parte interna è simile a quella di una normale finestra. Per l’esterno, i modelli basculanti permettono la pulizia dall’interno. Sui modelli fissi è necessario l’intervento di personale specializzato. Esistono anche vetri autopulenti con trattamenti fotocatalitici che riducono la necessità di manutenzione.
Che differenza c’è tra un lucernario fisso e uno apribile?
Il lucernario fisso costa meno e ha meno rischi di infiltrazione, ma serve solo per illuminare. Quello apribile, pur più costoso, garantisce anche ventilazione e può fungere da via di fuga. La scelta dipende dalla destinazione d’uso del locale e dalle normative specifiche.